mercoledì 17 settembre 2014

DIECI TEORIE COSPIRATIVE DIVENUTE REALTÀ

Anche se il termine “teoria del complotto” è diventato un dispregiativo usato contro chiunque metta in discussione la versione ufficiale degli eventi, ci sono innumerevoli esempi in tutta la storia delle cospirazioni che  si sono poi dimostrati veri. Diamo uno sguardo a dieci casi.

1) Operazione AJAX e operazioni False Flag
L’idea che i governi e le agenzie di intelligence svolgano atti di terrorismo sotto false flag è stata a lungo derisa dai media del sistema come una teoria della cospirazione, nonostante ci sia una pletora di casi storicamente documentati.
Dopo decenni di smentite, nel mese di agosto 2013, la CIA infine ha ammesso il suo ruolo (1) nella messa in scena del colpo di stato in Iran che ha portato al rovesciamento di Mohammad Mossadegh nel 1953 sotto l’egida della Operazione AJAX. Tramite l’AJAX, la CIA ha supervisionato le operazioni segrete che includevano atti terroristici false flag che sono costati la vita a circa 300 persone (2).

2) Golfo del Tonchino
Il 4 agosto 1964 il presidente Lyndon Johnson andò in televisione nazionale e disse al Paese che il Vietnam del Nord aveva attaccato delle navi americane.
“I ripetuti atti di violenza contro le forze armate degli Stati Uniti devono ricevere una risposta non solo mettendo in allarme la nostra difesa, ma con una risposta positiva. Tale risposta viene data stasera mentre sto parlando”, dichiarò Johnson.
Il Congresso approvò subito la Risoluzione del Golfo del Tonchino, che fornì a Johnson l’autorità di condurre operazioni militari contro il Vietnam del Nord. Nel 1969, oltre 500.000 soldati stavano combattendo nel sud-est asiatico.
Johnson e il suo segretario alla Difesa, Robert McNamara, avevano ingannato il Congresso e il popolo americano. In realtà, il Vietnam del Nord non aveva attaccato la USS Maddox, come il Pentagono aveva sostenuto, e la “prova inequivocabile” di un “non provocato” secondo attacco contro la nave da guerra degli Stati Uniti era uno stratagemma.

3) Operazione Gladio: il terrore sponsorizzato dallo Stato viene imputato alla sinistra
Dopo la seconda guerra mondiale, la CIA e la britannica MI6 collaborarono assieme alla NATO nell’Operazione Gladio (3) per creare un esercito clandestino, o “stay behind”, al fine di combattere il comunismo nel caso di una invasione sovietica dell’Europa occidentale.
Gladio trascese rapidamente la sua missione originaria e divenne una rete terroristica segreta composta da milizie di destra, elementi della criminalità organizzata, agenti provocatori e unità militari segrete. Queste forze armate cosiddette stay behind erano attive in Francia, Belgio, Danimarca, Paesi Bassi, Norvegia, Germania, e Svizzera (4).
La “strategia della tensione” (5) (in italiano nel testo, ndt) di Gladio venne progettata per far figurare i gruppi politici di sinistra europei come terroristici e per spaventare la popolazione inducendola così a votare per governi autoritari. Per realizzare questo obiettivo, gli agenti di Gladio hanno condotto una serie di attacchi terroristici mortali di cui sono stati in-colpati la sinistra e i marxisti. Nel mese di agosto del 1980, agenti di Gladio hanno fatto esplodere una bomba nella stazione ferroviaria di Bologna (6), uccidendo 85 persone. La responsabilità inizialmente fu data alle Brigate Rosse, ma si è poi scoperto che elementi fascisti all’interno delle forze dei servizi segreti italiani e Licio Gelli (7), capo della loggia massonica P2, erano i responsabili dell’attacco terroristico. Altri gruppi fascisti, tra cui Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo, erano stati mobilitati e impiegati nel terrore.
L’Operazione Gladio in ultima analisi, ha causato la morte di centinaia di persone in tutta Europa.
Secondo Vincenzo Vinciguerra (8), un terrorista di Gladio all’ergastolo per l’assassinio di un poliziotto, la ragione di Gladio era semplice. E’ stata progettata per costringere la gente, i cittadini italiani, a pretendere dallo stato maggiore sicurezza. Questa è la logica politica che sta dietro tutte le stragi e gli attentati che restano impuniti, perché lo Stato non può condannare se stesso o dichiararsi responsabile di quanto è accaduto.

4) Operazione Northwoods
Come parte della guerra segreta contro il regime comunista di Cuba e dell’Operazione Mangusta della CIA, lo Stato Maggi-ore USA propose all’unanimità di realizzare azioni terroristiche sponsorizzate dallo Stato all’interno degli Stati uniti (9). Il piano prevedeva l’abbattimento di aerei americani dirottati (10), l’affondamento di navi americane, e sparare americani per le strade di Washington, DC. Lo scandaloso piano includeva anche lo scenario di un disastro NASA che prevedeva la morte dell’astronauta John Glenn (10).
Il presidente John F. Kennedy, ancora vacillante dopo l’imbarazzante fallimento della CIA per l’invasione alla Baia dei Porci a Cuba, respinse il piano nel marzo del 1962. Pochi mesi dopo, Kennedy negò all’autore del piano, il Generale Lyman Lemnitzer, un secondo mandato come militare di rango più alto della nazione.
Nel novembre del 1963, Kennedy fu assassinato a Dallas, in Texas.

5) L’incidente di Gleiwitz
L’incidente di Gleiwitz si riferisce ad una operazione false flag effettuata dai nazisti il ​​31 agosto 1939, durante la quale le truppe delle SS organizzarono un attacco a una stazione radio tedesca per darne poi la colpa alle truppe polacche.
Agenti tedeschi, vestiti con divise polacche, sequestrarono una stazione radio situata vicino al confine polacco e trasmisero un breve messaggio di propaganda in polacco. Poi uccisero dei prigionieri di un campo di concentramento vestiti con uniformi polacche e li lasciarono sulla scena, per far apparire l’incidente come un atto di aggressione polacca. Il giorno successivo la Germania invase la Polonia, e Hitler citò l’episodio come uno dei pretesti.
Nove giorni prima dell’incidente, Hitler aveva detto ai suoi generali, “Provvederò ad un casus belli per la propaganda. La sua credibilità non ha importanza. Al vincitore non verrà chiesto se ha detto
 la verità"

6) Le aziende del tabacco addizionavano deliberatamente alle sigarette sostanze chimiche che danno assuefazione
Le cospirazioni non riguardano esclusivamente i governi, possono anche essere destinate ai consumatori. Secondo la BBC (11), le aziende americane produttrici del tabacco sono state “prese con le mani nel sacco” nell’ingegnerizzare deliberatamente le sigarette additivandole con prodotti chimici che ne incrementano artificialmente la dipendenza e ne rendono migliore il sapore.
Clive Bates, direttore di ASH (Action on Smoking and Health), ha detto che la scoperta ha messo alla luce uno “scandalo in cui le aziende del tabacco deliberatamente utilizzano additivi per rendere i loro dannosi prodotti ancora peggiori”.

7) Operazione Fast and Furious
L’operazione Fast and Furious, con cui il governo Obama ha fornito armi ai signori messicani della droga con l’apparente scopo di seguirne le tracce al fine di distruggere le gang, era in realtà parte di un piano cospirativo per demonizzare il secondo emendamento (il diritto del cittadino americano di portare armi, ndt).
I documenti ottenuti da CBS News (12) nel dicembre 2011 dimostrano che gli agenti ATF avevano discusso su come avrebbero potuto collegare le armi coinvolte nelle violenze in Messico ai negozianti di armi degli Stati Uniti, al fine di far approvare normative più restrittive sul controllo delle armi. Una fonte della polizia ha detto a CBS News che le email indicano che l’ATF ha creato il problema come parte di una manovra politica. “È come se l’ATF avesse creato o incrementato il problema in modo da poter essere proprio lei a fornire la soluzione. È un modo di fare a proprio vantaggio”, ha detto la fonte.

8) Spionaggio e sorveglianza di massa dell’NSA
Negli anni ‘90, quando gli attivisti anti-sorveglianza e i personaggi dei media stavano mettendo in guardia sulla vasta operazione di spionaggio della NSA, vennero trattati come teorici paranoici della cospirazione.
Ben più di un decennio prima delle rivelazioni di Snowden, la NSA era impegnata a intercettare e registrare tutte le comunicazioni elettroniche di tutto il mondo nel quadro del programma Echelon.
Nel 1999, il governo australiano ha ammesso (13) di far parte, assieme a Stati Uniti e Gran Bretagna, di un programma di intercettazione e sorveglianza globale condotto dalla NSA denominato Echelon in grado di intercettare “ogni chiamata internazionale via telefono, fax, e-mail o trasmissione radio” del pianeta.
Inoltre, nel 2001 un dossier del Parlamento europeo ha affermato (14) che “in Europa tutte le comunicazioni e-mail, telefono e fax sono regolarmente intercettate” dalla NSA.

9) Il traffico di droga della CIA
La Central Intelligence Agency è stata implicata in operazioni di traffico di droga in tutto il mondo, anche a livello naziona-le, in particolare durante l’affare Iran-Contra, durante il quale gente del Contra, con la benedizione della CIA, contrabban-dò negli Stati Uniti cocaina che venne poi distribuita come droga di prima qualità a Los Angeles, e i cui profitti furono poi versati ai Contras.
L’ex agente di polizia di Los Angeles Michael Ruppert ha anche testimoniato di aveva assistito al traffico di droga della CIA.
I boss della droga messicani, come Jesus Vicente Zambada Niebla, hanno perfino dichiarato pubblicamente (15) che essi sono stati assunti dal governo USA per operazioni di traffico di droga. C’è un voluminoso corpo  di prove (16) che conferma che la CIA e i giganti bancari degli Stati Uniti sono i maggiori players in un commercio mondiale di droga del valore di centinaia di miliardi di dollari l’anno, le informazioni pubblicate da gente come Gary Webb (17).

10) L’arma della CIA che provoca un “attacco cardiaco”
Nel 1975, durante una testimonianza al Senato degli USA sulle attività illegali della CIA, fu rivelato che l’agenzia aveva sviluppato un’arma a dardi che causa un attacco di cuore. “Nella prima udienza televisiva, svolta nella sala Caucus del Senato, il presidente Church (18) mostrò una pistola a dardi velenosi della CIA. Rivelando così che la Commissione era venuta a conoscenza del fatto che l’Agenzia aveva violato un ordine presidenziale diretto conservando uno stock di tossine di molluschi che sarebbe stato sufficiente a uccidere migliaia di persone”, come spiega una  pagina web del Senato (19).
“Il veleno letale poi entra rapidamente nel flusso sanguigno causando un attacco di cuore. Una volta che il danno è fatto, il veleno denatura rapidamente, in modo che nell’autopsia è molto improbabile rilevare che l’infarto è stato provocato da qualcosa di diverso da cause naturali. Suona come la perfetta arma di James Bond, non è vero? Eppure tutto questo è verificabile in una testimonianza al Congresso”, scrive Fred Burks (20).
“Il dardo di questa arma segreta della CIA trapassa l’abbigliamento e lascia null’altro che un minuscolo puntino rosso sulla pelle. Quanto alla penetrazione del dardo mortale, l’individuo a cui si è mirato per assassinarlo sente come se fosse stato punto da una zanzara, o addirittura nulla. Il dardo velenoso si disintegra completamente entrando nel bersaglio”.

martedì 26 agosto 2014

10 George Orwell Quotes that Predicted Life in 2014 America

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George Orwell ranks among the most profound social critics of the modern era. Some of his quotations, more than a half a century old, show the depth of understanding an enlightened mind can have about the future.

“In our age there is no such thing as ‘keeping out of politics.’ All issues are political issues, and politics itself is a mass of lies, evasions, folly, hatred and schizophrenia.”

 

Though many in the modern age have the will to bury their head in the sand when it comes to political matters, nobody can only concern themselves with the proverbial pebble in their shoe. If one is successful in avoiding politics, at some point the effects of the political decisions they abstained from participating in will reach their front door. More often than not, by that time the person has already lost whatever whisper of a voice the government has allowed them.

“All the war-propaganda, all the screaming and lies and hatred, comes invariably from people who are not fighting.”

 

Examining the nightly news in the run up to almost any military intervention will find scores of talking heads crying for blood to flow in the streets of some city the name of which they just learned to pronounce. Once the bullets start flying, those that clamored for war will still be safely on set bringing you up-to-the-minute coverage of the carnage while their stock in Raytheon climbs.

“War against a foreign country only happens when the moneyed classes think they are going to profit from it.”

 

It’s pretty self-explanatory and while it may be hard to swallow, it’s certainly true. All it takes is a quick look at who benefited from the recent wars waged by the United States to see Orwell’s quip take life.

“The very concept of objective truth is fading out of the world. Lies will pass into history.”

 

My most prized books are a collection of history books from around the world. I have an Iraqi book that recounts the glory of Saddam Hussein’s victory over the United States in 1991. I have books from three different nations claiming that one of their citizens was the first to fly. As some of the most powerful nations in the world agree to let certain facts be “forgotten,” the trend will only get worse. History is written by the victor, and the victor will never be asked if he told the truth.

“In a time of deceit, telling the truth is a revolutionary act.”

 

Even without commentary, the reader is probably picturing Edward Snowden or Chelsea Manning. The revolutions of the future will not be fought with bullets and explosives, but with little bits of data traveling around the world destroying the false narratives with which governments shackle their citizens.

“Journalism is printing what someone else does not want printed: everything else is public relations.”

 

Make no mistake about it; if an article does not anger someone, it is nothing more than a public relations piece. Most of what passes for news today is little more than an official sounding advertisement for a product, service, or belief.

“In real life it is always the anvil that breaks the hammer…”

 

In every conflict, it is not the side that can inflict the most damage, but the side that can sustain the most damage that ultimately prevails. History is full of situations in which a military “won the battles but lost the war.”

“The nationalist not only does not disapprove of atrocities committed by his own side, but he has a remarkable capacity for not even hearing about them.”

 

Haditha. Panjwai. Maywand District. Mahmudiyah. These names probably don’t ring a bell, but it is almost a certainty that the reader is aware of the brutality that occurred in Benghazi. The main difference is that in the first four incidents, those committing the acts of brutality were wearing an American flag on their shoulder.

“Threats to freedom of speech, writing and action, though often trivial in isolation, are cumulative in their effect and, unless checked, lead to a general disrespect for the rights of the citizen.”

 

Everyday there is a new form of censorship or a new method of forcing people into self-censorship, and the people shrug it off because it only relates to a small minority. By the time the people realize their ability to express disapproval has been completely restricted, it may be too late. That brings us to Orwell’s most haunting quote.

“If you want a picture of the future, imagine a boot stamping on a human face—forever.”

 

Once the people are indoctrinated with nationalistic beliefs, and the infrastructure to protect them from some constantly-changing and ever-expanding definition of an enemy is in place, there is no ability for the people to regain liberty. By the time all of the pieces are in place, not only is opportunity to regain freedom lost, but the will to achieve freedom has also evaporated. The reader will truly love Big Brother.

martedì 6 maggio 2014

Ue, gli economisti Stiglitz e Fitoussi attaccano euro e salvataggi bancari

Ue, gli economisti Stiglitz e Fitoussi attaccano euro e salvataggi bancari

Economisti di fama internazionale vanno all’attacco dell’euro e del nuovo meccanismo per il salvataggio delle banche europee in crisi. E’ accaduto a Roma, durante un convegno presso l’università Luiss. Partecipano, tra gli altri, il Nobel statunitense Joseph Stiglitz e il francese Jean-Claude Fitoussi (che in quell’università è anche docente). Il primo ha aperto il proprio intervento affermando che l’Unione europea “ha fatto un unico grande errore, l’euro, che non ha funzionato”. E ha continuato sparando alzo zero: “Quando è stato creato l’euro tutti si rendevano conto che non erano state soddisfatte le condizioni per una moneta condivisa, ma è stata una iniziativa politica e non economica”. Con l’euro “si è dato vita a un sistema inefficiente e intrinsecamente instabile, ma i suoi creatori non hanno compreso la natura profonda delle distorsioni nell’economia”. Che fare, dunque? “Oggi l’Europa deve effettuare una scelta, ma ci sono solo due strade: una, quella che io mi auguro, è che ci sia una riforma della struttura dell’eurozona, l’altra è quella di andare avanti, facendo il minimo indispensabile, introducendo un minimo di riforme per far sopravvivere l’euro”. L’auspicio del docente della Columbia University “è che ci sia un cambiamento, ma questo non succederà spontaneamente o se si continuano ad incolpare le vittime, i Paesi in crisi
Se i cambiamenti non vengono introdotti, restare nell’euro costerà tantissimo, e gran parte dell’Europa resterà in recessione, ma uscire dall’euro sarà ugualmente molto costoso. Se proprio ci deve essere una rottura dell’unione monetaria allora la via più facile sarebbe che la Germania fosse la prima a dire addio. Questo aumenterebbe la competitività degli altri Paesi”.
Lo studioso americano ha messo in guardia anche contro i facili entusiasmi per l’inizio della ripresa: “Oggi in molte parti dell’Europa si celebra la fine della recessione e secondo alcuni questo dimostrerebbe che l’austerità funziona, ma ciò non significa che ci sia una ripresa solida”. “Quando ero capo economista alla Banca Mondiale – ha ricordato – ci era stato detto di non utilizzare i termini recessione e depressione perché erano ‘deprimenti’. Ma oggi l’Europa deve rendersi conto che alcuni paesi sono in ‘depressione’: solo la Germania ha un pil pro capite superiore a quello pre-crisi, mentre in Grecia la riduzione è stata del 25%”. Per lo studioso “si tratta di un vero fallimento dell’economia di mercato, persino negli Usa il reddito mediano oggi è più basso che 25 anni fa”. Infine, affonda il colpo Stiglitz, “in qualsiasi altro contesto la crescita tedesca sarebbe considerata ‘ridicola’: appena +0,63% in media negli ultimi 5 anni. Peraltro la performance della Germania è scadente se consideriamo che la sua crescita è basata sull’avanzo dei conti e quindi non può essere emulata a livello mondiale”. E ancora: “Avrei bocciato gli studenti che mi avessero sottoposto analisi come quelle presentate dalla troika” nei paesi europei in crisi, perché l’organismo in cui siedono Fondo monetario, Commissione Ue e Bce “anziché riconoscere gli errori ha incolpato le vittime”. “Eppure – ha concluso – erano i loro modelli a essere sbagliati: la loro idea di contrazione espansionistica è un errore”.

Fitoussi si è concentrato invece sull’accordo riguardo alle nuove regole sui salvataggi delle banche in crisi, che entreranno in vigore dal 2016. ”Vorrei un bail-in per i poveri, non per le banche”, ha commentato, riferendosi al meccanismo - approvato dal Parlamento europeo a metà aprile e adottato dall’Ecofin il 5 maggio - in base al quale a pagare per evitare il fallimento di un istituto non saranno più i contribuenti, bensì azionisti, creditori della banca e correntisti (solo in ultima istanza e per una percentuale limitata). Ma Fitoussi – che peraltro siede nel consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo – parlando a margine di un convegno alla Luiss non è entrato nel dettaglio dell’accordo che costituisce il secondo pilastro dell’unione bancaria europea. Ha detto solo che “non bisogna pagare più volte i fallimenti dei sistemi finanziari, prima con la disoccupazione, poi con l’aumento delle tasse e infine con l’intervento delle banche centrali”. Al contrario, “bisogna piuttosto prendersi cura dei correntisti, e del resto me ne frego”.

L’economista e docente Marcello Messori, anche lui alla Luiss per il convegno, ha invece criticato il meccanismo di bail-in sul piano dell’efficacia: “è sicuramente una rete di protezione dinanzi a possibili crisi ma non credo sia sufficientemente robusto” per gestire emergenze sistemiche, ha detto. Giudizio “motivato da tre ragioni”: “la prima è che il fondo di risoluzione delle crisi bancarie, che è in un certo senso privato, essendo alimentato dalle banche, entrerà a regime solo in tempi lunghi: insomma, se ci fosse una crisi bancaria dopo gli stress test non ci sarebbero ancora risorse sufficienti” per gestirla. “Inoltre, penso che un fondo di risoluzione di questo genere richieda comunque in ultima istanza un backstop (“paracadute”, ndr) pubblico: il ruolo dell’Esm (il meccanismo europeo di stabilità) a questo riguardo è ancora un po’ ambiguo e quindi temo che non ci sia un sufficiente sostegno pubblico”. Ma soprattutto, per Messori, “il modo in cui è stato disegnato il bail-in colpisce non solo i detentori di quote azionarie delle banche o di titoli rischiosi, ma anche i detentori di obbligazioni”. E il rischio è che ciò “possa alterare le passività delle banche in particolare nei paesi periferici, e soprattutto in Italia”. “Senza garanzie – ha osservato l’economista – le obbligazioni diventano in linea di principio uno strumento molto rischioso, dal momento che chi le sottoscrive può non essere in grado di valutarne la rischiosità”. Se l’accordo entrerà in vigore senza modifiche, “non credo sarà possibile un funzionamento del sistema bancario italiano come era prima della crisi, quando i nostri istituti colmavano il divario fra prestiti e depositi con l’emissione di obbligazioni”. Così, conclude Messori, “le banche non potranno più avere il ruolo che avevano prima”.

giovedì 6 marzo 2014

Ex-CIA Pilot Gives Sworn Testimony That No Planes Hit The Twin Towers

feature image number one

A former CIA and civilian pilot has sworn an affidavit, stating that no planes flew into the Twin Towers as it would have been physically impossible.

John Lear, the son of Learjet inventor, Bill Lear, has given his expert evidence that it would have been physically impossible for Boeing 767s, like Flights AA11 and UA175 to have hit the Twin Towers on 9/11, particularly when flown by inexperienced pilots:

‘No Boeing 767 airliners hit the Twin Towers as fraudulently alleged by the government, media, NIST and its contractors’, he stated in the affidavit.

‘Such crashes did not occur because they are physically impossible as depicted, for the following reasons: in the case of UAL 175 going into the south tower, a real Boeing 767 would have begun 'telescoping' when the nose hit the 14 inch steel columns which are 39 inches on center.

‘The vertical and horizontal tail would have instantaneously separated from the aircraft, hit the steel box columns and fallen to the ground.

‘The engines when impacting the steel columns would havemaintained their general shape and either fallen to the ground or been recovered in the debris of the collapsed building.

‘No Boeing 767 could attain a speed of 540 mph at 1000 feet above sea level ‘parasite drag doubles with velocity’ and ‘parasite power’ cubes with velocity.

  • The fan portion of the engine is not designed to accept the volume of dense air at that altitude and speed.
  • The piece of alleged external fuselage containing 3 or 4 window cutouts is inconsistent with an airplane that hit 14 inch steel box columns, placed at over 500 mph.  It would have crumpled.
  • No significant part of the Boeing 767 or engine could have penetrated the 14 inch steel columns and 37 feet beyond the massive core of the tower without part of it falling to the ground.

‘The debris of the collapse should have contained massive sections of the Boeing 767, including 3 engine cores weighing approximately 9000 pounds apiece which could not have been hidden. Yet there is no evidence of any of these massive structural components from either 767 at the WTC. Such complete disappearance of 767s is impossible.

The affidavit, dated 28th January 2014 is part of a law suit being pursued by Morgan Reynolds in the United States District Court, Southern District, New York.

In March 2007, Reynolds, a former chief economist under the George W Bush administration filed a Request For Correction with the US National Institute of Science and Technology citing his belief that real commercial jets (Boeings) did not hit the WTC towers.

Although the 9/11 Truth movement initially rejected the ‘no-planes’ theory as too outlandish, after scientific and rational analysis, it has become a widely accepted explanation of the evidence collected.
feature image number two

Unlike any other form of statement, an affidavit becomes truth in law, if it is not rebutted.  It will now be up to critics of the theory to present their evidence and analysis to rebut the statement point by point.  If they do not – or cannot – then the US government will be obliged to admit that the account given by the 9/11 Commission is wrong.

The 65 year old retired airline captain and former CIA pilot – who has over 19,000 hours of flight time -- also drew attention to the inexperience of the pilots who allegedly flew the planes:

‘The alleged 'controlled' descent into New York on a relatively straight course by a novice pilot in unlikely in the extreme because of the difficulty of controlling heading, descent rate and descent speed within the parameters of 'controlled' flight.

‘It takes a highly skilled pilot to interpret the "EFIS" (Electronic Flight Instrument Display) display, with which none of the hijacker pilots would have been familiar or received training on, and use his controls, including the ailerons, rudder, elevators, spoilers and throttles to effect, control and maintain a descent.

Lear has, according to his sworn statement, flown over 100 different types of planes during his 40 years of flying and holds more FAA airman certificates than any other FAA certificated airman. He flew secret missions for the CIA in Southeast Asia, Eastern Europe, the Middle East and Africa between 1967 and 1983 then spent 17 years working for several passenger and cargo airlines as Captain, Check Airman and Instructor.

He is a member of Pilotfor911truth.org, which has consistently shown that it was impossible for jet airliners to have hit the Twin Towers in the way the 9/11 Commission has suggested.

The Commission did not take evidence from experts or pilots when it conducted its enquiry into the attacks from 2002 to 2004.

giovedì 30 gennaio 2014

Israele, l’orrore del lager per minorenni palestinesi. Le testimonianze dal “The Guardian”.

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Al Jalame è diventata famosa come la prigione israeliana per bambini con la sua infame “Cella 36”, di cui tanti bambini hanno testimoniato.

 

All’interno del carcere Al Jalame, in profondità a tre piani sotto la superficie è localizzata la cella per bambini piccoli, buchi neri, dove i bambini palestinesi, anche a soli 12 anni sono tenuti in isolamento, alcuni per 65 giorni.

 

In un’intervista del Guardian due bambini hanno descritto la cella 36:

 

“la cella è lunga 2m e larga 1m, grande come un materasso. Si mette giù il materasso e nella parte anteriore c’è un WC… Non non c’è nessuna finestra… manca l’aria, si soffoca”.

 

La stanza è appena più ampia rispetto al materasso sporco sottile che copre il pavimento. Il materasso è molto sottile, solo 5cm di spessore. Una luce gialla è tenuta accesa 24 ore al giorno per impedire di dormire, mentre le pareti presentano sporgenze taglienti impedendo al bambino di stare appoggiato.

 

La consegna del cibo avviene attraverso uno sportello ancorato alla porta, è l’unico modo per contare i giorni, dividendo il giorno dalla notte. La colazione è servita alle 4 del mattino attraverso lo sportello della porta situato a 30cm dal pavimento. Se il vassoio della colazione non è preso in tempo il cibo si rovescia sul pavimento, il bambino è punito se non riesce a mangiare tutto.

 

Dove finisce il materasso c’è un basso muro di cemento dietro c’è la toilette: un buco nel pavimento.

 

La puzza dal gabinetto invade la stanza senza finestre.

 

Per i bambini l’unica via di fuga da questa gabbia è la stanza degli interrogatori, dove, incatenati mani e piedi, sono maltrattati dalla polizia segreta israeliana per oltre 6 ore alla volta, fino a confessare, solitamente lanciare una pietra corrisponde ad una pena fino a 20 anni.

 

I bambini descrivono le le sei ore di interrogatorio: “sul terreno c’è un anello di ferro, dove sono agganciate le manette che bloccano entrambi le mani . le caviglie sono bloccate alle gambe della sedia… Non è possibile spostarsi… come una statua. Minacciano che potrebbero arrestare mio padre e mia madre e portarli qui se non confesso”.

 

I carcerieri ci dicono “Tu ci costringi a portarli qui, cerca di capire che noi abbiamo lo stato di Israele dietro di noi, dietro di te c’è il nulla”

 

I bambini hanno testimoniato di essere sessualmente abusati dagli interroganti e minacciati di sodomia con un oggetto al fine di costringerli ad una confessione, la prigione di Ofer è gestita da G4S. (G4S è una multinazionale security services fondata in Danimarca “per soddisfare le esigenze nel tempo della sicurezza globale” http://www.g4s.com/)

 

Durante l’interrogatorio in fase di arresto prima di entrare nella struttura, bambini hanno testimoniato che soldati israeliani utilizzano anche cani.

 

Un ragazzo ha raccontato come, dopo essere stato incatenato così da non potersi muovere, hanno versato sulla sua testa cibo per cani, il cane si è a scatenato per mangiargli la testa, ha descritto la paura, la saliva dei cani che colava sul suo viso.

 

Hanno poi messo cibo per cani vicino ai genitali dei ragazzi…

 

Incredibile video brutalita polizia ucraina!