martedì 27 novembre 2012
lunedì 12 novembre 2012
Due o tre cose sulle elezioni italiane e sul tentativo dei parlamentari di truffare l'intera nazione della Repubblica Italiana
Basterebbe un’argomentazione
elementare come la seguente. “ma se Grillo –come sostengono i sondaggi offerti
da Rai mediaset e La7 e dall’intera cupola mediatica- è dato tra un 18 e un
20%, qual è il problema per un partito come il PD che prende il 30% e per un
PDL che, superata la buriana, è accreditato con un potenziale 20/25%?”.
Non dovrebbe esserci alcun
problema.
E invece c’è.
Come mai?
Leggiamo insieme le
statistiche.
Ci dicono che attualmente i
sondaggi offrono la seguente prospettiva:
PD: 30%
M5S: 20%
PDL: 18%
Udc: 7%
Lega Nord: 4,5%
Tutti gli altri irrilevanti
in quanto Idv e Sel si sono suicidati (o sono stati suicidati) per motivi noti
e FLI e Api e altra robbetta non esistono più se non per quei quattro
squancheri che cercano di arrabbattare ancora qualche briciola di privilegio
acquisito; ormai sopravvivono soltanto sulle loro pagine squallide di facebook
e sulla lista degli stipendiati vip doc..
Facciamo un po’ di calcoli.
Questi dati offerti al
pubblico italiano vanno letti ed elaborati in maniera inter-attiva e non vanno
presi in forma passiva.
L’istituto di sociologia
dell’Università di Zurigo (arbitro attendibile) ci segnala che in Italia (se si
andasse a votare domani mattina) ci sono 44.442.000 elettori. Di questi,
sommando astenuti, bianche, nulle e indecisi di cui non è chiara l’opinione e
quindi “statisticamente” va considerata neutra e non valida la loro scelta, si
arriva al 58%.
Quindi la conta (secondo
loro) va fatta sul 42% dei voti, pari a 17 milioni di voti validi.
Il PD, quindi, prenderebbe 5
milioni di voti, ciò che corrisponderebbe al presupposto 30%. Sempre secondo
questa lettura, il M5S ne prenderebbe invece 3 di milioni. Il PDL ne
prenderebbe circa 2,8. L’Udc ne prenderebbe forse 1 milione e la Lega Nord non
arriva a 500 mila voti. Il che, di per sé, è già una catastrofe per tutti loro.
Si dà il caso, però, che gli
stessi sondaggisti (LE STESSE IDENTICHE SOCIETA’) se richiesti del loro parere,
su altri algoritmi matematici applicati, che rispondono alla domanda “di quanti
milioni di voti è potenzialmente accreditato il M5S?” rispondono amenamente che
a livello nazionale si aggira intorno ai 6 milioni di voti, ovverossia IL 100%
DI VOTI IN PIU’ DI QUELLI PRESENTATI NEI SONDAGGI UFFICIALI., il che (sempre
applicando la loro logica) dovrebbe corrispondere a circa il 36% dei voti e non
più il 18%. Ovverossia molto vicino alla soglia del 40/42%.
Ohibò! Questo vuol dire che
allora per la cupola mediatica e per i partiti la matematica è una opinione
personale?
Il trucco è elementare.
I sondaggi si basano sul 48%
degli elettori e su quelli il M5S risulta intorno ai 3 milioni.
Ma poiché un successivo
calcolo con diverso algoritmo rivela che il M5S ne prenderebbe invece 6 di milioni,
allora, qual è la risposta degli statistici? Semplice, mi ha spiegato un
matematico svizzero che fa questo di mestiere: “Il dato degli indecisi e degli
astenuti può essere calcolato se vengono poste delle determinate domande che
noi matematici definiamo strategicamente emergenti, è il pane
degli esperti di statistica psicometrica, quelli che redigono i test. Tanto per
fare un esempio chiaro: alla domanda “scusi lei preferisce le uova sfrittellate
o alla coque?” l’intervistato si sente tranquillo, sereno, nient’affatto
minacciato, e risponde con sincerità e per istinto. Lui/lei non sa che quella
domanda cela un trucco subliminale ed è l’unica tra le 50 domande poste che
davvero conta, perché noi matematici sappiamo che chi voterebbe M5S mangia
sempre e soltanto l’uovo alla coque, mentre chi vota PD e PDL ama invece le
uova sfrittellate. Complessi studi di psicologia comportamentale sulla
composizione dell’elettorato italiano ce l’hanno dimostrato e noi per questo motivo
facciamo quella specifica domanda; anzi, dirò di più: l’intero sondaggio ruota solo
e soltanto su quella domanda. In tutte le democrazie i sondaggi si fanno
contando anche la volontà degli indecisi e di quella sezione di astenuti che
sono “tentennanti”, cioè “vorrebbero ma non sanno”. In Usa si fa così. Obama
era dato vincente a condizione che il 18% dei tentennanti fosse andato a
votare. Evento che si è verificato perché i militanti democratici li sono
andati a prendere a casa per portarli al seggio. Tornando all’Italia risulta
che tra “i tentennanti” il 92% voterebbe per Grillo. Questo deriva
dall’applicazione di un algoritmo psicologico che ci rivela come il votante PD
e PDL sia un garantito, ovverossia non ha dubbi. Sugli indecisi e i
tentennanti, il M5S fa il pieno certo. E lì Beppe Grillo pesca un sicuro,
successivo trend di altri 3 milioni, che lo situa al primo posto assoluto, in
questo momento, come dato finale della conta dei voti, che non sarebbe più il
52% dei votanti (come mostra un sondaggio limitato ed è quello di solito offerto
nelle tivvù) bensì il 65% che si basa, invece, su un dato realistico, quindi
probabile, il che, per noi matematici, corrisponde a una lettura reale
attendibile. Di quel 13% che alla fine si esprimerà, il pieno lo fa la lista di
Grillo”.
Ecco perché sono andati nel
pallone e non sanno che pesci prendere.
Loro hanno i sondaggi veri.
Ed è probabile (per non dire
“è quasi certo”) che siano questi sondaggi veri che il pragmatico Berlusconi ha
sbattuto in faccia ai suoi richiamandoli alla realtà. Deve essersi sentito
anche preso in giro e deve averli sbatacchiati per benino prendendoli a calci.
Le proveranno tutte, ma
proprio tutte.
La classe politica
consociativa che mal ci rappresenta non riesce a comprendere che gli italiani
cominciano a capire –finalmente- chi siano i propri delegati e –giustamente-
non si fidano più di loro.
Tanto più si arrabattano e
tentano truffe, tanto peggio andrà per loro.
Tutto ciò non è mica basato
sul fatto che la gente muore dalla voglia di aderire al programma di Grillo che
neppure c’è. Non esiste neppure la curiosità di sapere quale possa essere,
questo è il bello. Beppe Grillo è la variante pacifica e pacifista, versione post-moderna
mediatica, della ghigliottina francese del 1789. Lui, infatti, spinge per una “modificazione
mentale dell’approccio” e del programma se ne frega. Lì sta il bello.
Perchè una cosa è certa: il
100% degli italiani ha capito di essere vittima di un inganno.
Chi voterà per PD, PDL, UDC
e Lega Nord, appartiene a quel settore garantito che è protetto dalle
burocrazie centrali dei partiti, che è sorretto dai capi-bastone, che è
alimentato dalla fondazioni bancarie, che è coccolato e vezzeggiato dai
sindacati compiacenti, dalle associazioni locali e dalla cupola mediatica
foraggiata dalle sovvenzioni statali, regionali, provinciali e comunali grazie
alle delibere dei politici eletti in quei partiti. Sanno di essere truffati, ma
per loro va bene uguale, sono deboli, fragili, cinici, e votano per i loro padroni
turandosi il naso. E’ comprensibile. Il disagio e il bisogno sono reali.
Così stanno le cose.
I conti ai partiti non
tornano più.
Hanno depenalizzato la
truffa in bilancio, hanno in pratica abolito lo Stato di Diritto, si sono
asserragliati a difesa delle rendite parassitarie di posizione e quindi
raccolgono ciò che hanno seminato: una
mentalità truffaldina, una atroce solitudine sociale, uno scollamento totale
dalla realtà autentica delle esistenze del popolo italiano.
A me sembra la sceneggiatura
della versione post-moderna di “Totò truffa”.
Ma i protagonisti non sono
simpatiche maschere come Totò e Peppino De Filippo.
Sono tenebre mummie di una
civiltà al collasso.
Lo sanno anche i bambini
ormai.
State accorti e non fatevi
fregare.
mercoledì 7 novembre 2012
Top donors to these candidates in the 2012 election cycle
These tables list the top donors to these candidates in the 2012 election cycle. The organizations themselves did not donate
, rather the money came from the organizations' PACs, their individual members or employees or owners, and those
individuals' immediate families. Organization totals include subsidiaries and affiliates.
Because of contribution limits,
organizations that bundle together many individual contributions are
often among the top donors to presidential candidates. These
contributions can come from the organization's members
or employees (and their families). The organization may support one
candidate, or hedge its bets by supporting multiple
candidates. Groups with national networks of donors - like EMILY's
List and Club for Growth - make for particularly big bundlers.
Barack Obama
University of California | $1,092,906 |
Microsoft Corp | $761,343 |
Google Inc | $737,055 |
US Government | $627,628 |
Harvard University | $602,992 |
Mitt Romney
Goldman Sachs | $994,139 |
Bank of America | $921,839 |
Morgan Stanley | $827,255 |
JPMorgan Chase & Co | $792,147 |
Credit Suisse Group | $618,941 |
Ron Paul
US Army | $115,458 |
US Navy | $92,350 |
US Air Force | $90,611 |
Google Inc | $42,478 |
US Dept of Defense | $39,500 |
Newt Gingrich
Rock-Tenn Co | $28,000 |
Las Vegas Sands | $25,000 |
Poet LLC | $22,500 |
Bay Area Surgical Management | $17,500 |
Pull-A-Part Inc | $15,000 |
Rick Santorum
Blue Cross/Blue Shield | $22,750 |
Universal Health Services | $20,000 |
First Quality Enterprises | $17,500 |
Northwestern Mutual | $16,900 |
Martins Famous Pastry Shoppe | $15,000 |
Rick Perry
Ryan Inc | $209,300 |
Murray Energy | $107,554 |
USAA | $67,250 |
Contran Corp | $50,000 |
Ernst & Young | $48,600 |
Herman Cain
Frias Holding | $16,000 |
T&L Irrigation | $15,000 |
Wells Fargo | $13,300 |
Jawa | $11,600 |
Chick-Fil-A | $10,350 |
Michele Bachmann
Empire Office Inc | $10,000 |
College Loan Corp | $10,000 |
Hubbard Broadcasting | $10,000 |
Captive-Aire Inc | $10,000 |
Slumberland Inc | $10,000 |
Jon Huntsman
Ultimate Fighting Championship | $34,000 |
Fertitta Entertainment | $29,500 |
Station Casinos | $29,000 |
University of Utah | $25,200 |
Eastdil Secured | $21,000 |
Tim Pawlenty
Goldman Sachs | $57,500 |
Moelis & Co | $47,000 |
Wells Fargo | $37,250 |
Capital Group Companies | $32,500 |
Morgan Stanley | $31,715 |
Gary Johnson
Double Springs Ranch | $10,000 |
Morning Star Co | $10,000 |
Tower Energy Group | $10,000 |
Ryan Inc | $7,750 |
Maxwell Technologies | $7,500 |
Welcom Products | $7,500 |
Jill Stein
Amazon.com | $5,250 |
University of California | $3,000 |
Signature Consulting | $2,500 |
San Luis Obispo County, CA | $2,500 |
City of Rochester, NY | $2,400 |
Buddy Roemer
Farm Bureau Insurance | $200 |
Louisiana Companies | $200 |
University of San Diego School of Law | $-2 |
HLB Engineering | $-10 |
Trident Seafoods | $-10 |
Fred Karger
RMI Investment | $2,500 |
Murchison & Cumming | $2,400 |
Dahn Corp | $2,400 |
Corcoran Group | $1,500 |
Coldwell Banker | $1,360 |
Thaddeus G. McCotter
McCotter Congressional Cmte | $219,305 |
ActRight | $49,902 |
National Assn of Convenience Stores | $5,000 |
Merrill Lynch | $4,000 |
Second Wind Enterprises | $2,500 |
Social Security Administration | $2,500 |
Randall Terry
Citgo Petroleum | $3,300 |
Oak Brook Racquet Club | $2,500 |
Social Security Administration | $2,500 |
Washington Air Compressor Rental Co | $2,500 |
Peroutka & Peroutka | $2,000 |
Domecile Engineer | $2,00 |
mercoledì 26 settembre 2012
lunedì 17 settembre 2012
Brianza, Sul tir con la frutta arrivavano le armi per la ‘ndrangheta
Trasportava armi in Calabria destinate alle guerre di ’ndrangheta. Nella sua piazzola lungo la Valassina, dove di giorno vendeva frutta e dolci calabresi e di sera bevande e panini, incontrava i suoi «compari» per discutere di strategie di ’ndrangheta. Smerciava partite di droga. Accompagnava i «pezzi grossi» del clan Cristello ai summit in Calabria e Lombardia.
Nella mappa della ’ndrangheta brianzola era personaggio di notevole interesse Tonino Staropoli, 45 anni, originario di Mileto in provincia di Vibo Valentia (Calabria) ma trapiantato a Cesano Maderno, piccole condanne per falsa testimonianza e minaccia alle spalle. I carabinieri lo hanno arrestato martedì scorso, assieme ad altre 36 persone, al culmine dell’operazione «Ulisse», l’ultima infornata di ordinanze di custodia cautelare scaturite dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Milano.
I carabinieri lo hanno rintracciato nei pressi di Roma, dove aveva appena ritirato da un venditore all’ingrosso la frutta che avrebbe venduto successivamente in Brianza lungo la Valassina. Tonino Staropoli era però già finito, almeno dalle nostre parti, al centro delle attenzioni della Polizia provinciale. Un anno e mezzo fa, infatti, gli uomini del comandante Flavio Zanardo avevano messo sotto sequestro l’area di via Briantina, al confine fra Carate e Seregno, che Staropoli si era preso con la forza per esercitare la propria attività.
Un terreno agricolo di 5mila metri quadrati, di proprietà in realtà di due monzesi, che Staropoli aveva fatto abusivamente asfaltare e dove aveva posizionato i suoi mezzi camion. All’epoca del blitz della Polizia provinciale, a cui avevano preso parte anche carabinieri, Vigili del fuoco e Polizia locale di Carate Brianza, Staropoli era stato denunciato a piede libero oltre che per l’abuso edilizio anche per la violazione del testo unico ambientale per la gestione dei rifiuti, visto che nell’area era stato ricavato un deposito per i suoi tre camion e lo smaltimento illecito di rifiuti. Il presidente della Provincia Dario Allevi aveva salutato l’operazione come un mezzo per «riportare legalità e sicurezza sul nostro territorio anche grazie al monitoraggio costante dei luoghi di ritrovo notturno, spesso teatro di degrado».
Non immaginava però, forse, che dietro alle attività di Staropoli si nascondesse ben altro. Basta spulciare l’ordinanza firmata l’altro giorno dal gip Andrea Ghinetti. Tonino Staropoli, come rivelato al Procuratore aggiunto Ilda Boccassini da Antonino Belnome, l’ex padrino pentito della locale di Giussano, era un affiliato storico della locale di Seregno. In possesso della dote di «sgarro», uno dei primi gradi nell’organigramma della ’ndrangheta, Tonino Staropoli aveva rivestito in alcuni periodi addirittura la carica di capo società nella locale di Seregno. «…a circolo formato era presente parecchie volte» aveva spiegato Belnome.
«Mungi mungi» e «dottore», come era soprannominato, Staropoli era legato a doppio filo con i Cristello, prima con il boss Rocco (trucidato nel 2008), poi col resto della famiglia, di cui frequentava con assiduità il cosiddetto «giardino degli ulivi», luogo di ritrovo a Verano. Era lui la persona incaricata di accompagnare i membri del sodalizio agli appuntamenti in Calabria, e aveva partecipato in prima persona a diversi summit nei quali si discutevano le strategie della cosca. La sua piazzola della frutta, aperta fino a tardi, serviva anche come punto di ritrovo per pianificare le missioni.
Le più eclatanti riguardavano il trasporto di armi in Calabria, destinate alla cosiddetta Faida dei Boschi, la guerra che vedeva contrapposte le famiglie Sia-Vallonga e Gallace che seminò una ventina di morti nel giro di appena due anni. Armi pesanti, soprattutto, come quella «che fu usato per la casa di Stagno Emilio, quel mitragliatore, quella specie di mitragliatore» rivela Belnome, perché «si tengono armi più piccole al nord, queste (le armi ingombranti, ndr) vanno più che altro in Calabria…».
Nella mappa della ’ndrangheta brianzola era personaggio di notevole interesse Tonino Staropoli, 45 anni, originario di Mileto in provincia di Vibo Valentia (Calabria) ma trapiantato a Cesano Maderno, piccole condanne per falsa testimonianza e minaccia alle spalle. I carabinieri lo hanno arrestato martedì scorso, assieme ad altre 36 persone, al culmine dell’operazione «Ulisse», l’ultima infornata di ordinanze di custodia cautelare scaturite dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Milano.
I carabinieri lo hanno rintracciato nei pressi di Roma, dove aveva appena ritirato da un venditore all’ingrosso la frutta che avrebbe venduto successivamente in Brianza lungo la Valassina. Tonino Staropoli era però già finito, almeno dalle nostre parti, al centro delle attenzioni della Polizia provinciale. Un anno e mezzo fa, infatti, gli uomini del comandante Flavio Zanardo avevano messo sotto sequestro l’area di via Briantina, al confine fra Carate e Seregno, che Staropoli si era preso con la forza per esercitare la propria attività.
Un terreno agricolo di 5mila metri quadrati, di proprietà in realtà di due monzesi, che Staropoli aveva fatto abusivamente asfaltare e dove aveva posizionato i suoi mezzi camion. All’epoca del blitz della Polizia provinciale, a cui avevano preso parte anche carabinieri, Vigili del fuoco e Polizia locale di Carate Brianza, Staropoli era stato denunciato a piede libero oltre che per l’abuso edilizio anche per la violazione del testo unico ambientale per la gestione dei rifiuti, visto che nell’area era stato ricavato un deposito per i suoi tre camion e lo smaltimento illecito di rifiuti. Il presidente della Provincia Dario Allevi aveva salutato l’operazione come un mezzo per «riportare legalità e sicurezza sul nostro territorio anche grazie al monitoraggio costante dei luoghi di ritrovo notturno, spesso teatro di degrado».
Non immaginava però, forse, che dietro alle attività di Staropoli si nascondesse ben altro. Basta spulciare l’ordinanza firmata l’altro giorno dal gip Andrea Ghinetti. Tonino Staropoli, come rivelato al Procuratore aggiunto Ilda Boccassini da Antonino Belnome, l’ex padrino pentito della locale di Giussano, era un affiliato storico della locale di Seregno. In possesso della dote di «sgarro», uno dei primi gradi nell’organigramma della ’ndrangheta, Tonino Staropoli aveva rivestito in alcuni periodi addirittura la carica di capo società nella locale di Seregno. «…a circolo formato era presente parecchie volte» aveva spiegato Belnome.
«Mungi mungi» e «dottore», come era soprannominato, Staropoli era legato a doppio filo con i Cristello, prima con il boss Rocco (trucidato nel 2008), poi col resto della famiglia, di cui frequentava con assiduità il cosiddetto «giardino degli ulivi», luogo di ritrovo a Verano. Era lui la persona incaricata di accompagnare i membri del sodalizio agli appuntamenti in Calabria, e aveva partecipato in prima persona a diversi summit nei quali si discutevano le strategie della cosca. La sua piazzola della frutta, aperta fino a tardi, serviva anche come punto di ritrovo per pianificare le missioni.
Le più eclatanti riguardavano il trasporto di armi in Calabria, destinate alla cosiddetta Faida dei Boschi, la guerra che vedeva contrapposte le famiglie Sia-Vallonga e Gallace che seminò una ventina di morti nel giro di appena due anni. Armi pesanti, soprattutto, come quella «che fu usato per la casa di Stagno Emilio, quel mitragliatore, quella specie di mitragliatore» rivela Belnome, perché «si tengono armi più piccole al nord, queste (le armi ingombranti, ndr) vanno più che altro in Calabria…».
La guerra programmata contro l’Iran e l’attentato al generale che ha detto No!
Oggi, il generale Dempsey, Presidente del Joint Chiefs of Staff degli USA, l’uomo che era andato a Tel Aviv e informato Netanyahu che gli USA non volevano far parte delle sue macchinazioni contro l’Iran, è stato oggetto di un attentato in Afghanistan. Questa non è stata un’azione del terrorismo o dei taliban. E’ stato un “avvertimento” contro qualcuno che non ha baciato i piedi di Netanyahu. La sua risposta ha scatenato i killer, non un atto pubblico, ma lo stesso un dato di fatto, un militare statunitense lo sa molto bene. Netanyahu ha un problema di “arroganza”. I colpevoli, i “militanti”, sono riusciti a passare inosservati nell’area più sofisticatamente difesa sulla terra, il perimetro della Bagram Air Force Base. Fortunatamente per loro, hanno attaccato durante la notte, in un momento in cui i visori notturni di 5.ta generazione, i radar di terra e altri sistemi di rilevamento degli USA sono stati misteriosamente disattivati. I sistemi di rilevamento dei razzi, i dirigibili di preallarme con georadar ad apertura sintetica e la copertura continua degli UAV, che utilizzano il rilevamento a raggi infrarossi, 2 miliardi di dollari di tecnologia in questo solo perimetro, sono costati il velivolo del comandante militare statunitense e le ferite subite da due membri dell’equipaggio.
Dempsey aveva appena lasciato Tel Aviv, dove aveva detto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: “Non posso conoscere tutte le capacità [di Israele], ma penso che sia giusto dire che potrebbe ritardare, ma non distruggere il potenziale nucleare iraniano“. Dempsey poi ha detto ai giornalisti presenti: “Confrontando l’intelligence, discutendo delle implicazioni regionali, abbiamo ammesso che i nostri orologi girano a ritmi diversi, dobbiamo capire gli israeliani, vivono con il sospetto costante, con il quale non abbiamo a che fare.” Ci sono quelli vicini al Presidente Obama che non accettano apertamente l’attentato a Dempsey, con la pubblica ammissione della complicità dei taliban. Tali dichiarazioni, che certamente costeranno caro in rappresaglie degli Stati Uniti, si trovano spesso sui siti internet privi di una connessione credibile a qualsiasi fonte islamica. Per alcuni statunitensi, l’attentato sembra essere una rappresaglia contro Dempsey, che per coincidenza, citava nella sua valutazione su Israele, il suo “costante sospetto.”
Le agenzie di stampa hanno sepolto il fallito attentato, sapendo che Dempsey è odiato da Netanyahu e rispettato dai taliban come “sincero e corretto“. Netanyahu anela i giorni in cui il generale Myers svolgeva il lavoro di Dempsey, sotto Bush (43), entrambi viziati e narcisisti, dei pupazzi prevedibili, il foraggio ideale per le macchinazioni di Netanyahu. Solo due settimane fa, pieno di speranza presidenziale, Mitt Romney, tornato da un viaggio all’estero con 60 milioni di dollari raccolti in Israele e Gran Bretagna, mentre era accompagnato dal boss dei Casinò Sheldon Adelson, le cui organizzazioni criminali di Las Vegas e della Cina, sono da tempo ritenute essere al centro della criminalità organizzata di tutto il mondo. Il gioco d’azzardo, la droga, la prostituzione, il riciclaggio di denaro e ora la guerra, stanno cercando il proprio presidente, e la guerra contro l’Iran è l’unico problema che guida la campagna statunitense. Romney, come governatore dello stato era, se non altro, alla “sinistra” del presidente Obama.
Il sostegno di Romney all’assistenza sanitaria e al controllo delle armi governativi, è totalmente opposto al nucleo centrale del Partito Repubblicano, la lobby delle armi e il racket medico. Romney si è trovato, tuttavia, anche se è illegale per un candidato statunitense, accettare denaro dall’estero; mentre era all’estero e dall’estero, a casa di coloro che sono cittadini di altri paesi, si è sentito al di sopra della legge, nelle dolci e materne braccia media statunitensi controllati dagli israeliani. Ora, nuotando nel denaro illegale, parecchio dei banchieri di Londra, la sua pesca più interessante è stata la cena privata con i contrabbandieri di “diamanti insanguinati” di Tel Aviv, che gli hanno donato 25 milioni di dollari in una sola notte. Cruciale per i suoi successi finanziari, è la sua vita di lavoro a stretto contatto con la criminalità organizzata. La sua società di investimento, Bain, è stata finanziata inizialmente con i contanti degli squadroni della morte di El Salvador, molti anni fa. Questi investitori sono ancora al suo fianco, nonostante l’accusa di strage e corruzione. Bain Capital di Romney ricicla denaro e aiuta l’evasione fiscale aziendale con migliaia di conti bancari segreti in “zone franche” in tutto il mondo, miliardi di transazioni invisibili, profitti nascosti e “clienti” occulti.
Ora Romney ha trovato la “madre di tutte le cause“, vendendo la promessa di una guerra statunitense, combattuta dagli statunitensi, finanziata dagli statunitensi, con morti, sangue e crollo statunitensi, una guerra richiesta non dagli ebrei, ma dai gruppi delle organizzazioni criminali che operano attraverso il partito Likud d’Israele, dominato dai Fratelli Koch, dagli speculatori della benzina statunitensi, da Sheldon Adelson, la cui reputazione riempirebbe volumi, e da Rupert Murdoch, la cui organizzazione spionistica, come ormai è stato dimostrato, ha ricattato tre governi britannici, ed è probabile che abbia avuto anche più successo negli Stati Uniti, Germania, Canada, Australia e una dozzina di altre nazioni. Più imbarazzante per la Russia e gli Stati Uniti, è stata la capacità delle organizzazioni criminali di garantire le sanzioni contro l’Iran, quando entrambe le nazioni, col supporto dei rapporti ufficiali, hanno dichiarano con chiarezza totale che l’Iran non ha un programma nucleare. Ancora più imbarazzante per la Russia, che non ha posto il veto alle sanzioni all’Iran, come ha fatto con la sua alleata Siria, è il fatto che il programma nucleare pacifico dell’Iran è costruito quasi totalmente con tecnologia russa, con un reattore nucleare russo e 3000 tecnici russi.
Le dichiarazioni di Obama contraddicono direttamente la National Intelligence Estimate degli USA. La stima ha dichiarato che l’Iran non ha un programma nucleare. Putin ha allo stesso modo ignorato non solo i suoi servizi segreti, ma il fatto che la Russia sta costruendo il reattore iraniano ed ha 3000 tecnici in Iran, i quali probabilmente non sono del tutto sordi e ciechi. Obama non ha alcun diritto razionale di dirsi all’oscuro. Il suo comportamento è simile a quello nel campo di gioco, tutti gli altri bambini giocano sporco, e si sente in diritto di fare lo stesso. In questo caso, tuttavia, quando si sa che la falsità può finire con una guerra distruttiva, e si è d’accordo per paura di ritorsioni da parte di un ex venditore di mobili (Netanyahu) o del boss del gioco d’azzardo, la reale importanza della presidenza viene messa in dubbio. Un problema di cui nessuno farà menzione è il comportamento di Putin a Tel Aviv, il sostegno alle rivendicazioni di Netanyahu sulle violazioni da parte dell’Iran di accordi, basandosi su null’altro che le dichiarazioni di uno dei più noti bugiardi patologici al mondo. Cosa ha detto il venditore di mobili fallito di Philadelphia a zio Vladimir?
Nessuno dei due leader ha affrontato il semplice fatto, l’Iran ha il diritto di costruire tutto ciò che vuole, per qualsiasi motivo. Nello stesso modo, gli Stati Uniti, sotto Bush, si ritirarono dal trattato Anti-Ballistic Missile del 1972 e dalla partecipazione alla Corte Penale Internazionale a L’Aia. Quest’ultima, il ritiro dalla corte, è una vera e propria ammissione di complicità nei crimini di guerra dei principali funzionari degli Stati Uniti, che affrontano l’accusa e l’arresto in tutto il mondo. Se si dovesse essere onesti, l’intera amministrazione Bush è sotto una forma privilegiata di “arresti domiciliari“, come lo è in Gran Bretagna, Tony Blair. Tutti affrontano procedimenti penali e continuamente fanno piani per viaggiare, ma finiscono per annullarli, a volte per le proteste pubblica di giustizia o per evitare effettivamente l’arresto. Nonostante le sue dichiarazioni, anche con l’imminente elezione e la necessità di ripetere a pappagallo delle minacce infantili, per compiacere la stampa israeliana, come prerequisito, Obama ha messo in chiaro che non attaccherà l’Iran. E’ ora che il pubblico si renda conto che per essersi opposti alla guerra e concorrere contro Romney, un agente di una potenza straniera ostile e da lungo tempo affiliato alla criminalità organizzata, il presidente e le persone intorno a lui sono in grande pericolo. L’attentato accuratamente coreografato e molto pubblico alla vita del generale Dempsey è una cartolina del campo Adelson/Romney/Netanyahu.
Diverse risposte adeguate, RSVP per così dire, vengono in mente, alcune in parte fatali. Il presidente statunitense è davvero il leader del mondo libero, come spesso diciamo, se “due delinquenti” possono dettare la politica? Nonostante questa posizione, Obama controlla ben oltre il 80% del voto ebraico negli Stati Uniti dove, come sottolineato in un precedente articolo, gli studi hanno dimostrato che solo il 4% degli elettori ebrei negli USA percepisce l’Iran come una minaccia per Israele. Una parte importante per comprendere la criminalità organizzata, richiede lo studio delle sue origini, in particolare negli USA, nel corso del 19° secolo. Mentre Londra, fin dai primi giorni di quella che l’America credeva essere la libertà dal dominio britannico, in realtà gestiva l’economia americana, ed era a sua volta sottoposta al governo dei banchieri continentali. La Gran Bretagna, il colonizzatore del mondo era, a sua volta, null’altro che una cliente del gruppo Bauer/Rothschild che aveva sottoscritto la sterlina britannica. I gruppi criminali veri che guidano la politica statunitense si sono sviluppati tra le bande di immigrati che si insediarono nelle città statunitensi. C’erano bande di tedeschi, irlandesi, italiani ed ebrei. Tutto ciò che sopravvive oggi sono i resti della mafia, le bande ebraiche che gestiscono Washington e Wall Street, e le nuove minacce provenienti dal Kosovo e dall’Albania, l’ultimo giro d’immigrazione criminale in America. Con la piena collaborazione del direttore dell’FBI Hoover, avente il compito di proteggere gli USA dalle organizzazioni criminali, il governo si fece da parte, mentre ogni aspetto della vita statunitense, ogni necessità, dall’acqua all’elettricità alla medicina, senza omettere nulla, venne attaccato da gruppi criminali che ingrassavano traendo profitto da guerra, narcotici e, nel corso del proibizionismo, dalla vendita di alcol illegale.
Per decenni, i media degli USA furono incaricati di dare la colpa di tutti i mali agli italo-americani e ai sindacati corrotti, mentre gli USA divennero a poco a poco una colonia delle importanti famiglie di banchieri europei, che hanno creato guerre, soppresso tecnologie, manipolato valute, allevato e schiacciato mercati azionari ed economie nazionali e, alla fine, sono diventati come un idra, la bestia dalle tante teste della mitologia greca, che governa tutto. Che cosa ha attirato Adelson, Romney e anche Putin in Israele in questo momento critico, mentre il mondo si trova sull’orlo di una guerra nucleare per la Siria, è semplice. Ricordiamo la visita di Putin in Israele. Nessun cittadino israeliano ha parlato, nessuna preoccupazione è stata resa pubblica, no, una visita in Israele è una visita al “rifugio sicuro” della criminalità organizzata di tutto il mondo, che controlla e gestisce le grandi ricchezze del continente russo, come facilmente dirige la Gran Bretagna o fa danzare i suoi burattini di Washington, scartando leggi e tradizioni, e diventando un surrogato di bullo, non di una nazione, ma di un complotto criminale internazionale. Il linguaggio della politica deve essere sostituito dal linguaggio del crimine, mentre le soluzioni di ciò che viene interpretato come problema politico, sono e sono state a lungo una risposta alle devastazioni delle organizzazioni criminali. Non è che l’Iran sia l’unico obiettivo, semplicemente si punta al pubblico di riferimento delle Nazioni Unite, del Consiglio di sicurezza, su cui il controllo può essere esercitato, con una dimostrazione di pura potenza del male.
L’errore commesso da tanti è utilizzare i principi della geopolitica per descrivere la condizione del mondo, la continua entropia, la centralizzazione della ricchezza e il rapido deterioramento dei diritti umani, mentre imperversano guerre senza fine. Anche le classi colte sono alla ricerca di modelli e logiche per spiegare come 2000000000000000 dollari, rappresentati dal “debito derivato”, possano appesantire tutte le valute del mondo; una quantità impressionante creata da una mano invisibile attraverso un processo che non è sono ancora stati in grado di descrivere. Il debito, o come è noto negli ambienti criminali, lo “strozzinaggio”, è il business del mondo. Il controllo delle valute non è sufficiente, così i governi controllati, corrotti, minacciati, ricattati e comprati, distolgono lo sguardo, mentre la ricchezza e la speranza di un centinaio di generazioni viene rubata in una notte; poche righe di testo, alcuni dati sui computer e le future nostre generazioni vengono indicate, in quel momento, dai cittadini del mondo come “consumatori inutili“, come li ha descritti Henry Kissinger. Gli eserciti possono marciare, le forze aeree possono bombardare, i droni possono attaccare, ma niente di tutto questo è guerra o politica, né lo è stato per secoli. Questo è dove è arrivato il male.
Abbiamo scelto di giocare a scacchi, mentre i nostri avversari semplicemente mettono una pistola sul tavolo e svuotano le nostre tasche. Gli USA stanno vivendo questo, oggi, come apparirà alle prossime elezioni. Pochissimi sfuggono alle notizie confezionate, scritte a Hollywood o a Washington o a Tel Aviv, dove la nostra vita politica è una produzione teatrale, una tragedia comica, senza l’ironia di Shakespeare. Questo è un governo con cui Sheldon Adelson, l’uomo che crede di essere il vero prossimo presidente degli USA, pensa di poter avviare la guerra, la conquista sistematica del Medio Oriente e dell’Asia centrale, facendolo per conto degli elementi criminali che alcuni chiamano Israele, un fatto che del tutto semplicemente dimostra il potere del male sul bene.
domenica 2 settembre 2012
IL BILDERBERG E L'ASSASSINIO DI ALDO MORO
Nel 1982, John Coleman*,
un ex agente dell’intelligence che poteva accedere a tutti gli stadi
del potere e a tutte le carte segrete, rivelò che l'ex Presidente del
Consiglio italiano Aldo Moro, «un alto esponente della Democrazia Cristiana,
che si opponeva alla "crescita zero" e alle politiche di riduzione
della popolazione, pianificate per il suo Paese, fu ucciso da killer
gestiti dalla loggia massonica P2, allo scopo di piegare l'Italia ai voleri del "Club di Roma" e del Bilderberg, volti a deindustrializzare il Paese e a ridurne in modo considerevole la popolazione».
In "La Cerchia dei Cospiratori",
Coleman afferma che le forze della globalizzazione volevano utilizzare
l'Italia per destabilizzare il Medio Oriente, loro obiettivo
principale.
Moro progettava di dare stabilità all'Italia attraverso la piena occupazione e la pace industriale e politica,
rafforzando l'opposizione cattolica al comunismo e facendo in modo che
la destabilizzazione del Medio Oriente fosse più difficile da ottenere.
Coleman descrive con dovizia di particolari la sequenza di eventi, che
paralizzò l'Italia: il rapimento di Moro e la spietata esecuzione della
sua scorta, da parte delle Brigate Rosse, nella primavera del 1978
alla luce del giorno, e la sua successiva uccisione.
Il 10 novembre 1982, in un'aula del tribunale di Roma, Corrado Guerzoni, un intimo amico della vittima, testimoniò che Aldo Moro - che è stato un leader politico per decenni «fu minacciato da un agente del "Royal Institute for International Affaire" (RTIA), mentre era ancora ministro».
Coleman racconta che, durante il processo ai membri delle Brigate Rosse, «molti
di loro testimoniarono di essere venuti a conoscenza dell'implicazione
di un alto funzionario degli Stati Uniti nel piano per uccidere Moro».
Tra il giugno e il luglio del 1982, «la vedova di Aldo Moro testimoniò che l'omicidio
di suo marito era stato il risultato dì una serie di minacce alla sua
vita, mosse da qualcuno, che lei definì una figura molto importante
della politica degli Stati Uniti".
Quando il giudice le chiese se poteva dichiarare alla Corte cosa aveva detto precisamente questa persona, Eleonora Moro ripeté esattamente lo stesso concetto espresso da Guerzoni: «Se non cambi la tua linea politica, la pagherai cara».
In
una delle pagine più emozionanti del libro, Coleman scrive: «A
Guerzoni, richiamato dal giudice, venne chiesto se era in grado di
identificare la persona, di cui aveva parlato la signora Moro. Guerzoni
rispose che si trattava di Henry Kissinger, come aveva
già detto precedentemente».
Perché un importante uomo politico statunitense minaccia un leader di
una nazione europea indipendente? La testimonianza sensazionale, e
potenzialmente distruttiva delle relazioni tra Stati Uniti e Italia, di
Guerzoni fu immediatamente diffusa da tutti i media dell'Europa
occidentale, ìl 10 novembre 1982.
Curiosamente,
nessun canale televisivo americano pose l'attenzione su quella
notizia, anche se Kissinger venne condannato per complicità in omicidio.
Ma questo silenzio non è poi tanto sorprendente, come capiremo meglio
nella seconda parte del libro, quando parleremo del "Council Foreign
Relatìons".
Tratto da "Il club Bilderberg" di Daniel Estulin
NELLA FOTO: Aldo Moro e Henry Kissinger
*John
Coleman (nato nel 1935) è un autore e analista di affari del mondo.
Egli sostiene di essere stato un ufficiale britannico di intelligence
per MI6 che ha scritto diversi libri e numerosi articoli analizzare la
struttura di potere del mondo.
sabato 16 giugno 2012
mercoledì 13 giugno 2012
sabato 2 giugno 2012
Lista partecipanti riunione del gruppo Bilderberg 2012
Ecco la lista aggiornata della riunione del gruppo Bilderberg (quella
postata precedentemente era probabilmente una vecchia lista di un
incontro precedente) in corso in questi giorni a Chantilly (USA), a fine
lista segue anche un interessante articolo segnalato dal lettore
Nicola.
GBR Bredow, Vendeline von, The Economist
GBR Wooldridge, Adrian D., The Economist
Fonte: neovitruvian
Tratto da: Lista partecipanti riunione del gruppo Bilderberg 2012 | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/06/02/lista-partecipanti-riunione-del-gruppo-bilderberg-2012/#ixzz1weKNszW6
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
- FRA Castries, Henri de Presidente e CEO, Gruppo AXA
- DEU Ackermann, Josef Presidente del consiglio di amministrazione e del Group Executive Committee, Deutsche Bank AG
- GBR Agius, Presidente Marcus, Barclays plc
- USA Ajami, Fellow Fouad Senior, della Hoover Institution, Stanford University
- USA Alexander, Keith B. Comandante, US Cyber Command, Director, National Security Agency
- INT Almunia, Joaquín Vice-Presidente – Commissario per la Concorrenza, Commissione europea
- USA Altman, Roger C. Presidente, Evercore Partners
- PRT Amado Luís, presidente Banco Internacional do Funchal (BANIF)
- NOR Andresen, Johan H. proprietario e amministratore delegato, FERD
- FIN Apunen, Matti Direttore Finnish Business And Policy Forum EVA
- TUR Babacan, Ali Vice Primo Ministro per gli Affari economici e finanziari
- PRT Balsemão, Francisco Pinto Presidente e CEO di Impresa, ex primo ministro
- FRA Baverez, Nicolas Partner, Gibson, Dunn & Crutcher LLP
- FRA Béchu, Christophe senatore, e presidente, del Consiglio Generale del Maine-et-Loire
- BEL H.R.H. Principe Filippo del Belgio
- TUR Berberoğlu, Enis Editor-in-Chief del quotidiano Hurriyet
- ITA Bernabè, Franco Presidente e Amministratore Delegato, Telecom Italia
- GBR Boles, Nick membro del Parlamento
- SWE Bonnier, Jonas Presidente e CEO, Bonnier AB
- NOR Brandtzæg, Svein Richard Presidente e CEO di Norsk Hydro ASA
- AUT Bronner, Oscar Publisher, Der Standard Medienwelt
- SWE Carlsson, Gunilla Ministro della cooperazione internazionale allo sviluppo
- CAN Carney, Mark J. Governatore, Bank of Canada
- ESP Cebrián, Juan Luis CEO, PRISA, presidente, El País
- AUT Cernko, Willibald CEO di UniCredit Bank Austria AG
- FRA Chalendar, Pierre André de Presidente e Amministratore Delegato, Saint-Gobain
- DNK Christiansen, Jeppe CEO, Maj Invest
- RUS Chubais, Anatoly B. CEO, OJSC RUSNANO
- CAN Clark, W. Edmund Presidente e CEO del Gruppo, TD Bank Group
- GBR Clarke, Kenneth membro del Parlamento, Lord Cancelliere e Segretario di Giustizia
- USA Collins, Timothy C. CEO e Senior Managing Director, Ripplewood Holdings, LLC
- ITA Conti, Fulvio Amministratore Delegato e Direttore Generale di Enel SpA
- USA Daniels, Jr., E. Mitchell Governatore dell’Indiana
- USA Demuth, Christopher Distinguished Fellow, Hudson Institute
- USA Donilon, Thomas E. National Security Advisor, alla casa bianca
- GBR Dudley, Robert Group Chief Executive, BP plc
- ITA Elkann, John Chairman, Fiat S.p.A.
- DEU, Thomas Enders CEO, Airbus
- USA Evans, J. Michael Vice Presidente, Global Head of Growth Markets, Goldman Sachs & Co.
- AUT Faymann, Werner Cancelliere federale
- DNK Federspiel, Ulrik Executive Vice President, Haldor Topsoe A / S
- USA Ferguson, Niall Laurence A. Tisch Docente di Storia, Università di Harvard
- GBR Flint, J. Douglas Presidente del Gruppo HSBC Holdings
- CHN Fu, Ying Vice Ministro degli Affari Esteri
- IRL Gallagher, Paul ex procuratore generale; senior Counsel
- USA Gephardt, Richard A. Presidente e CEO, Gephardt Group
- GRC Giannitsis, Anastasios ex ministro degli Interni, Professore di Economia Internazionale e Sviluppo, Università di Atene
- USA Goolsbee, Austan D. Professore di Economia, Università di Chicago
- USA Graham, Donald E. Presidente e CEO, The Washington Post Company
- ITA Gruber, Lilli – Giornalista, La 7 TV
- INT Gucht, Karel de Commissario per il commercio, Commissione europea
- NLD Halberstadt, Victor Professore di Economia, Università di Leiden, ex Segretario Generale Onorario delle riunioni del Bilderberg
- USA Harris, Britt CIO, Teacher Retirement System in Texas
- USA Hoffman, Reid Presidente Co-fondatore, LinkedIn
- CHN Huang, Yiping professore di Economia, China Center for Economic Research, Università di Pechino
- USA Huntsman Jr., Jon M. Presidente, Huntsman Cancer Foundation
- DEU Ischinger, Wolfgang Presidente, Munich Security Conference; Global Head Government Relations, Allianz SE
- RUS Ivanov, Igor S. membro associato, Accademia Russa delle Scienze, Presidente, del consiglio per gli affari internazionali russo.
- FRA Izraelewicz, Erik, CEO Le Monde
- USA Jacobs, Kenneth M. Presidente e CEO di Lazard
- USA Johnson, James A. Vice Chairman, Perseus, LLC
- USA Jordan, Jr., Vernon E. senior Managing Director, Lazard
- USA Karp, Alexander amministratore delegato, Palantir Technologies
- USA Karsner, Alexander Presidente Esecutivo, Manifest Energy, Inc
- FRA Karvar, Anousheh ispettore, Inter-ministeriale di verifica e di valutazione per l’Ufficio sociale, di salute, occupazione e politiche del lavoro
- RUS Kasparov, Garry Presidente, United Civil Front (della Russia)
- GBR Kerr, John membro indipendente, House of Lords
- USA Kerry, John senatore del Massachusetts
- TUR Keyman, E. Fuat Direttore, Istanbul Policy Center e professore di Relazioni Internazionali, Università Sabanci
- USA Kissinger, Henry A. Chairman, Kissinger Associates, Inc.
- USA Kleinfeld, Klaus Presidente e CEO di Alcoa
- TUR Koç, presidente Mustafa, Koç Holding A.Ş.
- DEU Koch, CEO di Roland, Bilfinger Berger SE
- INT Kodmani, Bassma membro del Bureau esecutivo e responsabile degli Affari esteri, del Consiglio Nazionale siriano
- USA Kravis, Henry R. Co-Presidente e Co-CEO, Kohlberg Kravis Roberts & Co.
- USA Kravis, Marie-Josée Senior Fellow, Hudson Institute
- INT Kroes, Neelie Vice Presidente della Commissione europea, Commissario per l’agenda digitale
- USA Krupp, Fred Presidente, Environmental Defense Fund
- INT Lamy, Pascal Direttore Generale, Organizzazione Mondiale del Commercio
- ITA Letta, Enrico delegato Leader, Partito Democratico (PD)
- ISR Levita, Ariel Senior Associate Carnegie Endowment for International Peace
- USA Li, Cheng direttore di Ricerca e Senior Fellow, John L. Thornton Cina Center, Brookings Institution
- USA Lipsky, John Distinguished Visiting Scholar, Johns Hopkins University
- USA Liveris, Andrew N. Presidente e CEO, The Dow Chemical Company
- DEU Löscher, Peter Presidente e CEO di Siemens AG
- USA Lynn, William J. Chairman e CEO di DRS Technologies, Inc.
- GBR Mandelson, Peter membro della House of Lords, presidente, Global Counsel
- USA Mathews, Jessica T. Presidente, Carnegie Endowment for International Peace
- DEN Mchangama,Jacob direttore degli affari giuridici, Centro di studi politici (CePOS)
- CAN McKenna, Frank vicepresidente, TD Bank Group
- USA Mehlman, Kenneth B. Partner, Kohlberg Kravis Roberts & Co.
- GBR Micklethwait, John Editor-in-Chief, The Economist
- FRA Montbrial, Thierry de Presidente, Istituto Francese di Relazioni Internazionali
- PRT Moreira da Silva, Jorge Primo Vice-Presidente, Partido Social Democrata (PSD)
- USA Mundie, Craig J. Capo Research e Strategy Officer di Microsoft Corporation
- DEU Nass, Matthias capo corrispondente internazionale, Die Zeit
- NLD, H.M. la Regina dei Paesi Bassi
- ESP Nin Génova, Juan María Vice Presidente e Amministratore Delegato, CaixaBank
- IRL Noonan, Michael Ministro delle finanze
- USA Noonan, Peggy Autore, Editorialista, The Wall Street Journal
- FIN Ollila, Jorma Presidente, Royal Dutch Shell,
- USA Orszag, Peter R. Vice Presidente, Citigroup
- GRC,Papalexopoulos Dimitri Amministratore Delegato, Titan Cement Co.
- NLD Pechtold, Alexander Leader parlamentare, Democrats ’66 (D66)
- USA Perle, Richard N. Resident Fellow, American Enterprise Institute
- NLD Polman, Paul, CEO Unilever
- CAN Prichard, J. Robert S. presidente, Torys LLP
- ISR Rabinovich, Itamar Global Distinguished Professor, New York University
- GBR Rachman, Gideon Capo Commentatore Affari Esteri, Financial Times
- USA Rattner, Steven Presidente, Willett Advisors LLC
- CAN Redford, Alison M. Premier di Alberta
- CAN Reisman, Heather M. CEO, Indigo Books & Music Inc.
- DEU Reitzle, Wolfgang CEO e Presidente, Linde AG
- USA Rogoff, Kenneth S. Professore di economia, Harvard University
- USA Rose, Charlie Editore esecutivo,
- USA Ross, Dennis B. consigliere, Washington Institute for Near East Policy
- POL Rostowski, Jacek ministro delle Finanze
- USA Rubin, Robert E. Co-Chair, Council on Foreign Relations, ex Segretario del Tesoro
- NLD Rutte, Mark Primo Ministro
- ESP Sáenz de Santamaría Antón, Soraya Vice Presidente e Ministro per la presidenza
- NLD Scheffer, Paul Professore di Studi Europei, Tilburg University
- USA Schmidt, Eric E. Presidente Esecutivo, Google Inc.
- AUT Scholten, Rudolf Membro del Consiglio di amministrazione, Oesterreichische Kontrollbank AG
- FRA Senard, Jean-Dominique CEO, Gruppo Michelin
- USA Shambaugh, David Director, Policy Program della Cina, George Washington University
- INT Sheeran, Josette Vice Presidente, World Economic Forum
- FIN Siilasmaa, Risto Presidente del Consiglio di Amministrazione, Nokia Corporation
- USA Speyer, Jerry I. Presidente e Co-CEO di Tishman Speyer
- CHE Supino, Pietro Presidente e Publisher, Tamedia AG
- IRL Sutherland, Peter D. Presidente, Goldman Sachs International
- USA Thiel, Peter A. Presidente, Clarium Capital / Thiel Capital
- TUR Timuray, Serpil CEO, Vodafone Turchia
- DEU Trittin, Jürgen Leader parlamentare, Alliance 90/Verdi
- GRC Tsoukalis, Loukas Presidente, Fondazione ellenica per la politica europea ed estera
- FIN Urpilainen, Jutta Ministro delle Finanze
- CHE Vasella, Daniel L. presidente, Novartis AG
- INT Vimont, Pierre Segretario Esecutivo Generale, Servizio europeo di azione esterna
- GBR Voser, Peter CEO, Royal Dutch Shell plc
- SWE Wallenberg, Jacob Presidente, Investor AB
- USA Warsh, Kevin Distinguished Visiting Fellow, Hoover Institution, Stanford University
- GBR Wolf, Martin H. Capo Commentatore Economia, Financial Times
- USA Wolfensohn, James D. Chairman e CEO, Wolfensohn & Company
- CAN Wright, Nigel Capo di Stato Maggiore, del Primo Ministro
- USA Yergin, Daniel Presidente, IHS Cambridge Energy Research Associates
- INT Zoellick, Robert B. Presidente, World Bank Group
GBR Bredow, Vendeline von, The Economist
GBR Wooldridge, Adrian D., The Economist
Fonte: neovitruvian
Tratto da: Lista partecipanti riunione del gruppo Bilderberg 2012 | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/06/02/lista-partecipanti-riunione-del-gruppo-bilderberg-2012/#ixzz1weKNszW6
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
venerdì 1 giugno 2012
giovedì 31 maggio 2012
L'HAARP E’ RESPONSABILE DEL TERREMOTO IN EMILIA ROMAGNA..
di Gianni Lannes
Violentano il pianeta Terra nell’indifferenza generale. Un’arma elettromagnetica a stelle e strisce - tecnologicamente obsoleta rispetto ai sistemi di dominio e morte già inventati - capace comunque di scuotere la crosta terrestre in punti vulnerabili ed alterare a piacimento il clima. «La guerra ambientale è già in atto. Il sistema per provocare terremoti e tsunami non è una novità per la ricerca militare» aveva avvertito 5 anni fa il generale Fabio Mini (Limes, novembre 2007). Infatti, la High Frequency Active Auroral Research Program (nota anche con l’acronimo di HAARP) è un’installazione militare in uso da tempo - munita di paravento civile - nordamericana situata in Alaska, presso Gakona, collocata in una base della United States Air Force. Naturalmente il segreto è ferreo sulle stragi indotte con sistemi apparentemente invisibili. L’esperimento italiano, dopo il successo ad Haiti e le performances asiatiche e mediorientali, è riuscito a meraviglia: chissà se gli yankees in divisa hanno brindato come allora. Top secret? Proviamo a sfondare il solito muro di gomma, perché altrimenti sarà la fine per il popolo italiano. Gli scettici storceranno il naso, ma l’evidenza è innegabile, ormai.
Il riscontro - Ecco una prova. Incrociando i dati degli ultimi terremoti di Earthquakes e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia con quelli dell’attività HAARP a basse frequenze (onde Hertz 0-5 Hz) emerge una diretta correlazione con il sisma che ha colpito e piegato l’Emilia Romagna. Basta incrociare i grafici bellici e le registrazioni dei sismografi italiani. Dobbiamo però tenere presente che trattandosi di attività criminale coperta ai massimi livelli - e negata ostinatamente - c’è l’alta possibilità che questi diagrammi siano stati alleggeriti e non rispecchino l’esatta attività svolta. Si ricorda che tutti gli orari sono calcolati sul “tempo civile (UTC)”, vale a dire con uno scarto pari a circa 2 ore di differenza con l'ora italiana. Fate attenzione. Dunque: 19 Maggio 2012 ore 23:13 (UTC), Pianura Padana, Magnitudo 4.1. Si può notare come l’attività a frequenza 0-2 Hz sia piuttosto intensa. Onde così basse hanno un’alta capacità di far vibrare rocce e terreni sabbiosi ma non solo, queste vibrazioni scuotono le particelle dell’acqua portandole a un potente surriscaldamento improvviso. Dalla scossa delle 23 e 13 (UTC) è stato un susseguirsi di micro sismi uno dietro l’altro, nel lasso di tempo che va dalle 2.03am (UTC) fino al terremoto più forte delle 3.02am (UTC) di magnitudo 4.9. Durante tutto il giorno di domenica 20 maggio l’attività HAARP è stata intensa e le scosse telluriche in Pianura Padana si sono susseguite senza tregua. Da notare, in particolare, la fascia orari che va dalle 12 alle 16 (UTC). Poco dopo le 12 (UTC) si nota un picco di intensità in correlazione con 2 forti sismi (2012/05/20 13:21:06 44.882 11.383 2.4 Ml:4.1 Pianura_padana_emiliana; 2012/05/20 13:18:02 44.831 11.49 4.7 Ml:5.1 Pianura_padana_emiliana). Per poi ripetersi ai seguenti orari: 2012/05/20 17:40:17 44.95 11.25 10 Ml:3.5 Pianura_padana_lombarda 2012/05/20 17:37:14 44.88 11.38 3.2 Ml:4.5 Pianura_padana_emiliana.
HAARP. |
Una gola profonda che invoca l’anonimato, poiché teme ritorsioni vitali, spiega senza mezzi termini: “Lo ionogramma, ovvero un diagramma tempo/frequenza della riflessione ionosferica, mostra un marcato livello F con una ionizazione di picco. Vi è anche un meno ovvio livello E. Il diagramma mostra come il segnale di sonda digitale si divide in onde riflesse ordinarie (in rosso) e straordinarie (in verde). Lo ionogramma ed il parametro FoF2 nel diagramma mostrano la più alta frequenza che è stata riflessa dalla ionosfera con incidenza verticale (onda radio perpendicolare al terreno)”. Terremoti con epicentri superficiali, come in questo caso italiano (10 chilometri di profondità come ha registrato l’INGV) e sismogrammi che evidenziano un’ unica grande oscillazione sono ritenuti dagli scienziati, senza alcun dubbio, essere terremoti artificiali generati dalla concentrazione di onde HAARP in determinati punti sensibili del globo terrestre. A prescindere dalle fanfaronate degli esperti al soldo bellico o dei professionisti con le barbe finte che popolano il web. Un geologo di chiara fama, A.V., conferma: “Generalmente i terremoti hanno epicentri molto più in profondità, nelle viscere della terra e soprattutto presentano sciami sismici, cioè a dire prima e dopo della vibrazione massima presentano oscillazione più piccole, definite di attenuazione”. Da tempo gli Usa hanno scatenato una guerra ambientale non dichiarata ufficialmente, contro l’Italia; ora l’escalation è sempre più evidente. Senza trascurare l’inquinamento radioattivo indotto nel Mediterraneo dalle attività della VI Flotta Usa di stanza nel Belpaese. Attività già documentata in termini scientifici dalle analisi puntuali Criad di Parigi in relazione al disastro provocato in Sardegna (dal 1972 al 2008), più specificatamente nell’arcipelago della Maddalena (Isola di Santo Stefano).
Emergenza infinita - Meno male che notoriamente la Pianura Padana è classificata zona a rischio sismico quasi nullo. Il bilancio provvisorio dell’ultimo esperimento bellico nello Stivale è agghiacciante, se gli aggettivi hanno ancora senso: 7 morti, 53 feriti e circa 6 mila sfollati. Non è tutto. Particolare non trascurabile: «Il sisma ha mietuto un’ecatombe di rondini e rondoni. Una intera generazione biologica è sparita - dichiara Piero Milanin, responsabile del centro di recupero della fauna selvatica Il Pettirosso di Modena - Sono venuti giù i palazzi dei centri storici, chiese e torri, i merli dei castelli. Tutti punti privilegiati dalle rondini e dai rondoni per nidificare. Per giunta è successo in un periodo dove le uova vengono deposte o sono appena nati i piccoli. Come è accaduto alle persone, il terremoto ha sorpreso gli uccelli mentre dormivano. Sono rimasti tutti lì sotto». Anche l’economia di una regione locomotiva è in ginocchio: 5 mila posti di lavoro a rischio. I due segretari delle Camere del Lavoro di Modena e Ferrara hanno fatto i conti. Per Giuliano Guietti «nel ferrarese ci sono 700-1000 lavoratori le cui aziende questa mattina non erano in condizione di far ripartire le attività produttive». Per Donato Pivanti, invece, «3-4.000 i dipendenti del modenese. Il conto si riferisce solo alla industria, e non tiene conto di terziario e agricoltura». E poi, c’è da considerare la distruzione di numerose abitazioni ed edifici pubblici e di culto, molti dei quali autentici gioielli del patrimonio artistico italiano. A chi giova? Calma. Monti Mario - già al soldo di potentati internazionali (Club Bilderberg e Trilateral Commission) nonché dalla banca speculativa Goldman Sachs) – in sostanza, il Premier non eletto democraticamente, ma imposto dal sistema di potere, ha dichiarato lo Stato di emergenza ed ha lanciato un appello all’unità nazionale per essere vicini “a chi soffre”. E’ stata questa la prima reazione del Presidente del Consiglio (abusivo), alla notizia del sisma che lo ha raggiunto a Chicago, poche ore prima dell’apertura del vertice Nato. Il premier si è detto “molto preoccupato” e, anche alla luce dell’attentato di Brindisi, ha deciso di anticipare la partenza dagli Usa. Grazie, Primo Ministro, pro tempore. In effetti noi non siamo mai stati uniti così tanto come adesso. Da notare il “a chi soffre” scritto tra virgolette. Ovviamente, la fregatura è pregressa: i danni provocati dal sisma d’ora in poi sono a carico dell’ignara popolazione. Il governo dei tecnocrati taglia le pensioni ai disabili che hanno casa e se la prende perfino con i più deboli: i vecchi, i poveracci; hanno stangato anche i ciechi, pardon non vedenti che, appunto non si accorti ancora di nulla. Non dimentichiamo che a L’Aquila la ricostruzione lampo propagandata dal piduista di Arcore (tessera 1816) in trattativa con le mafie, è inspiegabilmente al palo. Una torta di 2 miliardi di euro nel cassetto con il corollario della sorellina di Gianni Letta, già presidente della Croce Rossa abruzzese, a dettare “legge”, si fa per dire. In altri termini, al peggio non c’è mai fine, in termine di corruzione e clientelismo, neanche di fronte al dolore umano.
Scienza e politica - Secondo Michael Chossudovsky, docente all’Università di Ottawa, «Il sistema H.A.A.R.P. è un potente mezzo per la modificazione delle condizioni atmosferiche e del clima». La letteratura scientifica parla chiaro: “Le antenne di H.A.A.R.P. bombardano e riscaldano la ionosfera, generando frequenze elettromagnetiche che rimbalzano sulla terra, penetrando ogni essere vivente ed ogni oggetto inorganico”. E ancora: “H.A.A.R.P. genera forti impulsi nella banda Ulf ed Elf”. Dodici anni fa, alcuni ricercatori indipendenti (tra cui Robert Fitrakis) verificarono che “le trasmissioni a 14 hertz, rilevando che quando i segnali erano emessi ad elevata potenza, la velocità del vento raggiungeva le 70 miglia orarie, spostando i fronti temporaleschi”. In particolare le frequenze H.A.A.R.P. irradiate su specifici bersagli possono causare terremoti catastrofici, esattamente come il sisma che nel dicembre 2003 uccise migliaia di persone in Iran.
In una Relazione di iniziativa della Commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa del Parlamento europeo il 23 settembre 1998 e contenente una proposta di risoluzione (mai effettivamente adottata dal Parlamento) viene affermato che «malgrado le convenzioni esistenti, la ricerca militare si applica attualmente alla manipolazione dell'ambiente come arma, come è il caso ad esempio del sistema HAARP». Nella medesima relazione la suddetta Commissione «reputa che il sistema HAARP sia da considerarsi, a causa del notevole impatto sull’ambiente, una questione mondiale ed esige che le sue conseguenze giuridiche, ecologiche ed etiche vengano analizzate da un organismo internazionale indipendente prima di ogni nuova ricerca e di qualsiasi esperimento» e «chiede al gruppo di esperti per la valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche (STOA) di accettare di esaminare le prove scientifiche e tecniche fornite in base ai risultati esistenti della ricerca sull'HAARP onde valutare la natura esatta e il livello di rischio posto dall'HAARP per l'ambiente locale e globale e la salute pubblica in generale». In tale atto si «considera il sistema militare USA di manipolazione ionosferica, HAARP, con base in Alaska - che è solo una parte dello sviluppo e dell’impiego di armi elettromagnetiche ai fini della sicurezza sia interna che esterna - un esempio della più grave minaccia militare emergente per l’ambiente globale e la salute umana, dato che esso cerca di manipolare a scopi militari la sezione della biosfera altamente sensibile ed energetica, mentre tutte le sue conseguenze non sono chiare; invita inoltre la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri ad esercitare pressioni sugli Stati Uniti, della Russia e di qualsiasi altro Stato impegnati in tali attività affinché vi pongano fine e si giunga ad una convenzione globale contro questo tipo di armi. Chiede in particolare una convenzione internazionale per una messa al bando globale di tutte le ricerche e di tutti gli sviluppi, sia militari sia civili, volti ad applicare le conoscenze del funzionamento del cervello umano nel settore chimico, elettrico delle vibrazioni sonore o altro allo sviluppo di armi che possono consentire qualsiasi manipolazione degli esseri umani, ivi compreso un divieto di qualsiasi impiego reale o possibile di tali sistemi».
La guerra ambientale è attualmente intesa negli ambienti militari come «l’intenzionale modificazione di un sistema ecologico naturale, come il clima, i fenomeni metereologici, gli equilibri dell’atmosfera, della ionosfera, della magnetosfera, le piattaforme tettoniche, allo scopo di causare distruzioni fisiche, economiche e psico-sociali nei riguardi di un determinato obiettivo geofisico o una particolare popolazione». Parola del generale italiano Mini già espressa nel documento “Owning the Weather in 2025”: «La strategia della negazione e il cinismo adottati per la guerra ambientale consentono d’impiegare armi e tecnologie sofisticate o brutali senza che ciò faccia scalpore. Consentono di camuffare azioni di guerra camuffandole e perfino di distruzione di massa camuffandole per ricerche scientifiche».
E dopo l’Emilia Romagna, ora toccherà sicuramente ad una regione del Sud per piegare definitivamente l’Italia. Prepariamoci al peggio.
RELAZIONE sull’ambiente, la sicurezza e la politica estera
Commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa
Relatrice: on. Maj Britt Theorin
venerdì 25 maggio 2012
mercoledì 23 maggio 2012
martedì 22 maggio 2012
giovedì 17 maggio 2012
martedì 15 maggio 2012
lunedì 14 maggio 2012
giovedì 5 aprile 2012
mercoledì 4 aprile 2012
domenica 1 aprile 2012
giovedì 22 marzo 2012
sabato 18 febbraio 2012
venerdì 17 febbraio 2012
giovedì 16 febbraio 2012
mercoledì 15 febbraio 2012
sabato 11 febbraio 2012
Bilderberg 2010: il conclave si è riunito
Questa volta il conclave dei potenti, il club degli imperatori, gli
uomini più importanti del pianeta si sono incontrati in Spagna e
precisamente a Sitges vicino Barcellona.
Il Club Bilderberg, ormai tristemente rinnegato agli occhi di tutti, mai menzionato ne da tv o giornali è tornato al suo annuale appuntamento segreto che vede la tranquilla cittadina balneare di Sitges invasa da un manipolo di giornalisti o semplici curiosi, tutti pronti a filmare questo o quel personaggio, a rubare un fotogramma, una semplice scena, un puzzle da sistemare per fare luce sulla più grande riunione segreta del mondo.
La riunione si è svolta nel lussuoso resort Dulce Sitges da giovedi’ 3 Giugno a Domenica 6, dove secondo indiscrezioni l’èlite economica-politica occidentale, ha trattato temi riguardo le politiche economiche e le varie iniziative per salvaguardare e garantire una maggiore stabilità dei mercati finanziari globali, una “global governance” per scongiurare altre crisi come quella greca.
La preoccupazione dei “no-global” è il timore per il quale, il gruppo mondialista del Bilderberg, possa provocare ancora una volta una specie di insicurezza economica che a loro avviso indurrebbe i popoli a sopportare il sacrificio e l’istituzione di nuovi organismi economici, volti più che a che assicurare una stabilità mondiale a gettare invece le basi di un nuovo ordine mondiale.
Nonostante la segretezza dell’incontro dove nessuno può accedere sono trapelate le liste dei partecipanti di questo summit 2010 che potrete consultare qui.
Il Club Bilderberg, ormai tristemente rinnegato agli occhi di tutti, mai menzionato ne da tv o giornali è tornato al suo annuale appuntamento segreto che vede la tranquilla cittadina balneare di Sitges invasa da un manipolo di giornalisti o semplici curiosi, tutti pronti a filmare questo o quel personaggio, a rubare un fotogramma, una semplice scena, un puzzle da sistemare per fare luce sulla più grande riunione segreta del mondo.
La riunione si è svolta nel lussuoso resort Dulce Sitges da giovedi’ 3 Giugno a Domenica 6, dove secondo indiscrezioni l’èlite economica-politica occidentale, ha trattato temi riguardo le politiche economiche e le varie iniziative per salvaguardare e garantire una maggiore stabilità dei mercati finanziari globali, una “global governance” per scongiurare altre crisi come quella greca.
La preoccupazione dei “no-global” è il timore per il quale, il gruppo mondialista del Bilderberg, possa provocare ancora una volta una specie di insicurezza economica che a loro avviso indurrebbe i popoli a sopportare il sacrificio e l’istituzione di nuovi organismi economici, volti più che a che assicurare una stabilità mondiale a gettare invece le basi di un nuovo ordine mondiale.
Nonostante la segretezza dell’incontro dove nessuno può accedere sono trapelate le liste dei partecipanti di questo summit 2010 che potrete consultare qui.
giovedì 9 febbraio 2012
domenica 5 febbraio 2012
martedì 24 gennaio 2012
domenica 22 gennaio 2012
sabato 21 gennaio 2012
giovedì 19 gennaio 2012
mercoledì 18 gennaio 2012
martedì 17 gennaio 2012
TG Regione Sicilia. La rivolta dei Forconi 16 gennaio 2012
Come All' Epoca Dei "Mille", la Rivolta Parte Dalla Sicilia!
lunedì 16 gennaio 2012
domenica 15 gennaio 2012
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